Nella raccolta degli articoli sulla parte teorica della nomenclatura dei composti inorganici abbiamo visto quali sono le regole da seguire per ottenere il nome dei composti. Ora non ci resta che fare un po’ di pratica.
Consiglio di risolvere gli esercizi da soli e poi confrontare i risultati per ottenere i migliori risultati dallo studio.
N.B. Lo ione NH4+ prende il nome di ione Ammonio, mentre lo ione CN– si chiama ione Cianuro.
Attribuire la formula chimica corrispondente ai seguenti nomi:
IUPAC
- Trisolfuro di diantimonio
- Acido tetraossofosforico (V)
- Tetraossosolfato (VI) di magnesio
- Esafluoruro di xenon
- Tris (triossonitrato (III)) di alluminio
- Tetraossosilicato (IV) di dibario
- Idruro di litio
- Bis (triossonitrato (III)) di piombo
- Biossido di bipotassio
- Tris (idrogeno triossocarbonato (IV)) di bismuto
- Bifluoruro di ossigeno
- Tetracloruro di cromo
- Tetraossomanganato (VII) di litio
- Eptaossodicromato (VI) di dipotassio
- Carburo di dimolibdeno
1
Trisolfuro di diantimonio – Passare dal nome alla formula nella nomenclatura IUPAC è molto semplice. L’unica difficoltà che incontriamo è quella nel riconoscere le classi di composti per saper come disporre gli atomi, per il resto è tutto molto semplice. Il nome ci indica sempre quali sono gli elementi coinvolti e quanti atomi di ciascun elemento sono presenti. Leggendo letteralmente il nome si ottiene la formula del composto.
La formula risulta essere: Sb2S3
2
Acido tetraossofosforico (V) – La conformazione di questo nome ci indica subito che stiamo parlando di un Ossiacido, lo si deduce dal fatto che oltre agli Ossigeni e al Fosforo non sono presenti altri elementi nel nome. Il fatto che il nome inizia con “acido” ci suggerisce quindi che saranno presenti anche degli Idrogeni. Anche in questo caso non ci resta che contare gli atomi; se leggiamo la formula essa non ci da indicazioni circa il numero degli Idrogeno. Per risolvere tale problema possiamo scrivere il pezzo di formula che ci suggerisce il nome e poi completare le cariche con gli ossigeni per ottenere il composto neutro. Dal nome si ottiene PO4, se attribuiamo a ciascun O un numero di ossidazione pari a -2 e al P +5 (il +5 lo dice il numero romano). Facendo i calcoli si ottengono 3 cariche negative. Queste cariche possono essere neutralizzate aggiungendo 3 H+.
La formula risulta essere: H3PO4
3
Tetraossosolfato (VI) di magnesio – Per quanto riguarda i sali derivanti dagli Ossiacidi il discorso è più facile perchè il nome ci indica perfettamente il numero e il tipo di atomo legato all’anione derivante dall’Ossiacido. In questo caso ci troviamo ad avere 4 O, 1 S e 1 Mg, la disposizione dei sali ternari già la conosciamo dalla teoria.
La formula risulta essere: MgSO4
4
Esafluoruro di xenon – Questo è un sale molto strano formato come dice il nome da Xenon e Fluoro. Per scrivere la formula mettiamo ovviamente prima lo Xenon e poi il fluoruro come facciamo sempre. Ricordiamo che esa- significa 6.
La formula risulta essere: XeF6
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Tris (triossonitrato (III)) di alluminio – Questo esempio è simile a quanto visto al punto 3 ma c’è bisogna di far attenzione alla parola Tris, questo prefisso indica che il gruppo messo tra parentesi compare 3 volte.
La formula risulta essere: Al(NO2)3
6
Tetraossosilicato (IV) di dibario – Questo composto è sicuramente un sale, lo si capisce dalla presenza nel nome di “osso”, “silicato” e “bario”. Leggiamo elemento per elemento e mettiamo nell’ordine giusto gli atomi. Prima il metallo, poi il non metallo e infine l’Ossigeno.
La formula risulta essere: Ba2SiO4
7
Idruro di litio – Esempio molto facile questo, è necessario solo sapere cosa si intende quando abbiamo un Idruro e il resto è fatto. Il metallo è sempre messo per primo.
La formula risulta essere: LiH
8
Bis (triossonitrato (III)) di piombo – Esempio molto simile a quanto visto al punto 5. Il Bis ci indica che il gruppo tra parentesi sarà presente 2 volte, ovviamente è necessario mettere davanti il Piombo.
La formula risulta essere: Pb(NO3)2
9
Biossido di dipotassio – Sapendo cosa si intende con la parola ossido questo esempio diventa banale. Leggiamo alla lettera i nome e la formula viene spontanea, ricordiamoci di mettere sempre prima il metallo.
La formula risulta essere: K2O2
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Tris (idrogeno triossocarbonato (IV)) di bismuto – Questo composto è il sale più complesso che generalmente si incontra nei primi studi della Chimica. La parola Tris ci indica quante volte è presente la formula tra le parentesi, nella parentesi però dobbiamo stare attenti al fatto che sono presenti anche degli Idrogeni oltre all’Ossigeno e al Carbonio. Il metallo, il Bismuto, bisogna metterlo per primo.
La formula risulta essere: Bi(HCO3)3
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Bifluoruro di ossigeno – Ecco un altro composto non usuale. In questo caso si tratta di una sostanza formata da Ossigeno e Fluoro, il Fluoro è più elettronegativo dell’Ossigeno e per questo il composto prende il nome di fluoruro.
La formula risulta essere: OF2
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Tetracloruro di cromo – Questo è un sale binario dove il Cloro deriva dall’idracido corrispondente, HCl. La difficoltà sta nel riconoscere a cosa corrisponde la parola cloruro.
La formula risulta essere: CrCl4
13
Tetraossomanganato (VII) di litio – Questo è un sale molto semplice da ricondurre alla formula. Ricordiamoci di mettere sempre per primo il metallo a cui non è legato direttamente l’Ossigeno.
La formula risulta essere: LiMnO4
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Eptaossodicromato (VI) di dipotassio – Questo sale ha la particolarità di presentare 2 atomi del metallo legato direttamente con l’Ossigeno, le regole rimangono uguali come viste in precedenza.
La formula risulta essere: K2Cr2O7
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Carburo di dimolibdeno – Questo è un composto un po’ particolare perchè presenta il Carbonio sotto una forma inusuale. Il suffisso -uro ci potrebbe far pensare che derivi da un Idracido ma sappiamo che il composto formato da Idrogeno e Carbonio, il metano CH4, non è acido. Anche gli altri nonmetalli legati con l’Idrogeno, quando perdono tutti gli H e si legano a qualcos’altro prendono il suffisso in -uro. Il metallo ovviamente bisogna sempre metterlo per primo.
La formula risulta essere: Mo2C